Rischio di infarto miocardico con il Rofecoxib, un antinfiammatorio anti-Cox2


Gli inibitori della ciclossigenasi – 2 ( coxib ) presentano una minore gastrolesività rispetto ai comuni farmaci antinfiammatori non steroidei ( FANS ).

Nel corso degli ultimi anni sono emersi dati che ne hanno messo in dubbio la loro sicurezza cardiovascolare.

Ricercatori del Brigham and Women’s Hospital – Harvard Medical School di Boston hanno valutato il rischio relativo di infarto miocardico acuto ( IMA ) del Celecoxib ( Celebrex ), Rofecoxib ( Vioxx ) e dei FANS.

Lo studio caso-controllo è stato eseguito su 54.475 pazienti di età superiore ai 65 anni, che comprendevano 10.895 casi di infarto miocardico acuto ( IMA ).

L’impiego del Rofecoxib è risultato associato ad un elevato rischio relativo di infarto miocardico acuto rispetto al Celecoxib ( odds ratio, OR: 1,24; p = 0,011 ) e al non impiego di nessun farmaco antinfiammatorio ( OR: 1,14; p = 0,054 ).

Il rischio relativo di infarto miocardico è risultato anche elevato facendo il confronto dei dosaggi:
- Rofecoxib ≤ 25 mg versus Celecoxib ≤ 200 mg ( OR = 1,21; p = 0,036 )

- Rofecoxib > 25 mg versus Celecoxib > 200 mg ( OR: 1,40; p = 0,026 ).

Il rischio relativo riguardo al tempo d’impiego del Rofecoxib è risultato:

1 – 30 giorni ( OR: 1,40; p = 0,005 )

31 – 90 giorni ( OR: 1,38; p = 0,003 )

> 90 giorni ( OR: 0,6; p =0,8 )

rispetto all’impiego del Celecoxib per una durata simile.

In questo studio è emerso che il Rofecoxib è associato ad un elevato rischio di infarto miocardico acuto rispetto al Celecoxib e al non impiego di farmaci antinfiammatori.

Il rischio di IMA è più alto quando si utilizzano dosaggi di Rofecoxib superiori a 25 mg , e nei primi 90 giorni di terapia. ( Xagena2004 )


Solomon DH et al, Circulation ( Published Online before print April 19, 2004 )


Cardio2004 Farma2004


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